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LA GIORNATA DI GREGORIO - GLI INCONTRI

Le parole...

Gli Aroli sono da sempre un punto di passaggio: tracce di vasi greci del 450 a.c. testimoniano di “incontri” tra non identificate popolazioni locali ed altre venute dal mare nell’interno.
La successiva presenza romana è testimoniata da due toponimi locali tratti da un antico documento: il primo, Lauritum, o Laureto, (gli attuali Aroli) indica un luogo in cui abbondavano gli allori, pianta sacra ad Apollo, ipotizzando la presenza di un piccolo tempio o un culto sacro al dio dell’arte e della musica.

L’altro nome, quello di una villa o rus (i fondi in cui i ricchi signori della vicina Jesi facevano coltivare i loro terreni), è Musianum, che chiaramente richiama di nuovo il culto delle Muse. Da qui il nome del nostro paese: Monsano.

Sono partito da qui, immaginando la suggestione di queste presenze sull’antico popolo che abitava allora la collina, collegandomi alla lettura di un testo di Cesare Pavese, I Dialoghi con Leucò. Come il libro, questo evento vuole essere documento di una singolare comprensione di certi momenti che costituiscono fonte di angoscia e meraviglia per gli uomini, dei loro rapporti col divino, veri o presunti. Un sogno ripensato indietro sino all’antichità, cercando i segreti di qualcosa che tutti ricordano appena.

La giornata di Gregorio è metafora della giovinezza e dell’illusione, dell’innocenza che trasforma in meravigliosi gliincontri notturni, dell’ingenuità che rende sublimi e spaventose le voci del buio. Ed è simbolo di quella purezza spirituale che permette alle persone semplici di confrontarsi con le proprie divinità, e a quest’ultime di manifestarsi loro. Come fece la Vergine, a Monsano nel 1471, visitando proprio degli umili cittadini. Momenti distanti millenni, ma simili nelle suggestioni.

L’apparizione della Madonna non cancella, non esclude e non si integra con le Muse: arricchisce la nostra storia ed insieme apre simbolicamente un epoca diversa, in cui “gli incontri” si uniscono a una diversa speranza. Spaventano, ma insieme consolano. Tutto è rivissuto con ovvio, inevitabile e necessario spirito contemporaneo: non travestimento, ma sguardo moderno, consapevole di certi “miti” e “ricordi” che non si possono violare.

Un doppio sguardo perfettamente rappresentato nella doppia visione dell’Angelus, ovvero il momento di preghiera cristiana dei contadini, da parte di Millet, classico, e di Dalì, contemporaneo. Le Muse, il racconto orale, l’apparizione, rappresentano paralleli i passaggi della storia unica e insieme universale di Monsano, ma anche quelli della nostra psiche, dal mito alla poesia, sino, purtroppo, alla sparizione di entrambi; una scomparsa qui liberamente raffigurata dall’opera di Dalì, che ricrea, ma congiuntamente cristallizza un ciclo vitale che si ripete da allora attorno a sé stesso.

La nostra visione guarda ai segni del passato in attesa del miracolo, così come guarda il mondo, non per quello che esso diviene, ma per quello che giace sotto: cercando di riscoprire il rapporto segreto e antico tra gli oggetti, i luoghi, i racconti o i fatti della nostra vita. La conclusione è un’elegia nostalgica del ricordo, del mito come già chiuso, che scompare, un mondo che ritorna alla memoria col colore della prima età, ma da cui siamo esclusi: le voci narranti hanno qualcosa di segreto, voci di una sapienza che ormai non ci appartiene e più, che forse solo a furia di camminare negli stessi luoghi, per miracolo, ci riapparirà.

Gregorio è il possidente che vide Maria Vergine, Gregorio è in sé il simbolo di tutti gi contadini che per duemila anni abitarono Monsano e qui fecero o immaginarono i loro incontri.

Vorrei far parlare ancora quelle Muse che diedero il nome a Monsano, quasi come un’eredità da onorare rimasta drammaticamente in sospeso. Ho lavorato per anni su questa materia e l’ho messa nelle mani di Daniele Boria, lasciandogli interpretare col suo stile questo mio sogno. Lui ha manipolato la sostanza fino a trasformarla in questa sua inconfondibile visione di avvenimenti sospesi tra storia e mito.

Mauro Rocchegiani


...L'azione

In una cornice storica si riflette l’atemporalità dei credi religiosi. La chiesa degli Aroli sarà la porta dimensionale all’interno della quale il pubblico incontrerà “superiori esseri” che prenderanno le forme di Muse e della stessa Madonna. Due personaggi, simboleggianti la fragilità della carne, si trovano immersi in uno spazio di “voci” profetiche. Sospesi in una sorta di delirio si rendono conto che molte volte la scienza non può spiegare tutto. Le divinità non hanno preferenze sociali, si rendono visibili anche a semplici contadini. In un gioco di luci e proiezioni il pubblico verrà accompagnato in un viaggio mistico dove la realtà si confonderà con la fantasia e dove la percezione diventerà concretezza.

Daniele Boria

 

La giornata di Gregorio
Gli incontri

Chiesa degli Aroli - Sabato 7 Giugno
Monsano


un’idea di Mauro Rocchegiani

con Valentina Latini - Loris Barzon
Danza contemporanea di Stefania Luchetti

regia Daniele Boria

prima rappresentazione : ore 21.45
seconda rappresentazione : ore 22.30
(ingresso libero)

Informazioni : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

(A cura di Mauro Rocchegiani, fonte: "Monsano tra storia ed arte", a cura di Rosalia Bigliardi, Loretta Mozzoni, Stefano Santini, Costantino Urieli; Cesare Pavese, "I dialoghi con Leucò", sezione critica interna, ed. Einaudi)