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"SE OGNUNO DI NOI... PADRE PINO PUGLISI, 9 SENTIERI DI BUONSENSO"

  «Il libro “Se ognuno di noi... Padre Pino Puglisi: 9 sentieri di Buonsenso” esprime totalmente la figura di un uomo che ha saputo guardare la realtà che gli stava davanti, si è immerso nella sua problematica più cruda e nuda, non ha avuto paura di schierarsi dalla parte dei deboli, dei poveri, degli asserviti alla mafia per liberarli, per insegnare loro a camminare a testa alta, ad esprimere la grande dignità che è propria di ogni uomo». (Dall'introduzione di suor Carolina Iavazzo)

Prendendo spunto dalla vita e le azioni di Padre Pino Puglisi, ucciso dai sicari della Mafia il 15 settembre 1993 a Palermo, questo libro traccia nove sentieri ispirati al Buonsenso (accoglienza, dialogo, educazione, legalità, normalità, impegno, ribellione, umiltà, silenzio). Nove percorsi, tra gli infiniti possibili, che, oltre a delineare come in un mosaico la figura del sacerdote, vogliono essere un deciso stimolo ad agire per il lettore: suggerimenti, alternative, o anche solo piccole indicazioni attuabili da chiunque secondo le proprie possibilità, luogo e condizioni.

"Se ognuno di noi fa qualcosa, allora si può fare molto", amava dire Puglisi. A ciascuno di noi, come cittadino e come persona, credente o laico, il piccolo prete siciliano chiede ancora di dare il proprio contributo, piccolo o grande, al futuro della nostra società.

 


AGGIORNAMENTO:
il nostro libro "SE OGNUNO DI NOI", è ora disponibile in tutta Italia tramite spedizione contattando la LIBRERIA SAN PAOLO di Ancona, Corso G. Mazzini 13 60121 Ancona, tel. 071. 20.44.31, fax 071. 20.75.182 al prezzo di copertina (10 euro) più le spese di spedizione, pagabile in contrassegno. O in ognuna delle librerie seguenti che effettui il servizio di spedizione.


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"SE OGNUNO DI NOI... PADRE PINO PUGLISI, 9 SENTIERI DI BUONSENSO"
Di Mauro Rocchegiani

Data di pubblicazione: 10/09/2011
Genere: Saggistica
Prefazione di suor Carolina Iavazzo.
Postfazione di don Luigi Ciotti
Introduzione di Gianluca Fioretti, sindaco di Monsano e presidente dell'Associazione Comuni Virtuosi
Carlo Maria Pesaresi, Assessore alla Cultura, Turismo, Tempo libero,  Cooperazione,  Solidarietà e pace della Provincia di Ancona
Nota di Maurizio Possedoni, Presidente Associazione MonsanoCult
Realizzazione grafica a cura di Matteo Catani, Studio Grafico D2

Prezzo: 10 euro


ISBN: 9788890637704
Editore: Monsanocult

 

Padre Giuseppe Puglisi, detto Pino! ...di Mauro Rocchegiani

04Lo abbiamo riscoperto lo scorso anno, in occasione dell'inaugurazione di questo Parco, durante la decima festa del buonsenso. Il tema era la legalità, e la figura di questo piccolo prete siciliano, vittima della mafia ne era l'emblema.

Don Ciotti, ricordandolo, ha avuto parole di fuoco, paventando sopra ogni altra cosa  che l'oblio potesse scendere su una figura così importante non solo per la Sicilia, ma per tutti noi.

Allora abbiamo approfondito, abbiamo letto, ci siamo informati...

Cercavamo un eroe, un martire, un santo ma abbiamo trovato un Uomo. Un prete morto a 56 anni con alle spalle una vita intensissima, che non era legata solo a Brancaccio, dove fu vigliaccamente ammazzato, ma ricca di esperienze, di lotte, di impegno. La vita di un sacerdote ligio al compito che si era scelto fin da piccolo: aiutare gli ultimi.

Un personaggio molto complesso. Uno che non gridava, che non appariva nei talk show, lo si trovava a stento nei giornali locali; ma che da dietro le quinte, umilmente ed in silenzio, agiva. Non faceva antimafia, ma produceva cultura antimafiosa. Aveva scelto i fatti!

Era uno che faceva il proprio dovere. Umilmente e in silenzio, senza cercare palcoscenici.

Mi ha subito colpito il fatto che amasse i campi scuola. Perché mi ha fatto ripensare a quelli che facevamo anni fa. Ecco, era un prete così, semplice, come alcuni che ho conosciuto, uno che credeva in quel che faceva, nella sua missione....

È nato nel 1937, a Palermo. In pratica ha passato l'infanzia tra gli sfollati, scappando dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Figlio di un calzolaio e di una sarta ha vissuto per la strada, conoscendone i disagi fin da piccolo. E fin da piccolo ha scelto di stare accanto agli ultimi, ai più deboli, ai più piccoli.

Ha posto sin da giovanissimo l'ACCOGLIENZA come una missione prioritaria. Continuando a farlo in seguito tra gli orfani, tra le vittime di faide familiari, tra i disagiati dei quartieri poverissimi di Palermo, fino a creare quel Centro di Accoglienza dedicato al Padre Nostro, la sua sfida.

Di lui si diceva che avesse le orecchie grandi ...per ascoltare meglio: questa era una delle sue caratteristiche più amate da chi lo ha conosciuto. Ascoltava per ore, scegliendo sempre l'approccio diretto, il che lo portava sempre a fare quei ritardi per cui era famoso. Conosceva l'importanza di saper parlare e saper ascoltare. L'arma del DIALOGO.

E, da uomo profondamente colto, intuiva l'importanza dell'EDUCAZIONE. Perché la malavita si serve dell'ignoranza, se ne nutre. È dall'ignoranza che prende la sua manovalanza. Era preparatissimo, perché si aggiornava sempre: la sua casa conteneva migliaia di volumi. Ed era apertissimo, perché leggeva di tutto, dalla teologia alla psicanalisi, dalla pedagogia alla poesia.

Amava la LEGALITÀ, e di chi per essa si batteva, come Falcone e Borsellino, le cui immagini teneva in bella vista all'ingresso del suo Centro di Accoglienza. Aveva imparato a distinguere la politica e i soldi dalla sacrestia fin da giovanissimo. Lo fece in tutte le parrocchie di cui fu responsabile, fino allo scontro con la malavita a Brancaccio.

Aveva capito che la mafia non è circoscritta in un contesto geografico culturale, ma si diffonde dappertutto, a partire dai nostri atteggiamenti:  «C'è in mezzo a noi una infiltrazione ancora più capillare di una certa mentalità: - scriveva - disprezzo e disistima della istituzioni, sfida alle leggi, infrazione delle disposizioni, esibizione di violenza, di prepotenza: è l'atteggiamento dello studente o del concorrente che pretende di essere promosso senza merito; è la violenza di quelli che riempiono le nostre strade e le nostre case di rumori assordanti; e la facilità con cui si uccide sulle strisce pedonali; è la disinvoltura e la superficialità con cui si fuma anche in una sala operatoria; è l'evasione fiscale considerata come difesa del proprio... è la trasgressione. Ed è ancora l'intolleranza di ogni contraddizione, di ogni osservazione, ammonimento e rimprovero».

Lottava per la NORMALITÀ: ovvero una scuola media, un ambulatorio, una fogna....quelle cose che noi diamo quasi per scontate, ma che spesso, anche in posti vicinissimi a noi, non esistono nemmeno. La normalità, la dignità di cui tutti hanno diritto.

Ha condotto quindi una vita all'insegna dell'IMPEGNO. Della lotta sociale, accanto a quanti combattevano per i propri diritti o per la dignità del proprio quartiere. E ne fece di lotte di questo genere....

Bianca Stancanelli, sottotitola il suo libro dedicato al parroco di Brancaccio "Storia di un eroe solitario", ma non è del tutto corretto, Puglisi intuì subito l'importanza di avere alleati. E ne trovò molti presso i laici, da quando era responsabile dell'Orfanotrofio Roosevelt, a quando lottò per il quartiere detto "Scaricatore", fino a Pino Martinez e a quel Comitato Intercondominiale che era sorto per ridare dignità a Brancaccio e che trovò in Puglisi il suo più valido compagno.

Fu rivoluzionario perché lanciò, con silenziosa ma potente forza, i primi segni di una RIBELLIONE che si pensava impossibile. Primo perché odiava l'ignoranza. Perché lottava contro quella superstizione che ne era figlia. Perché vedeva nel futuro prima di altri: quando arrivò il Concilio Vaticano II e le sue novità, Puglisi era già pronto perché aveva scelto di essere prete sociale da tempo. Amava il vento nuovo che stava arrivando, ma proprio per questo si trovò a doversi scontrare con persone grette, spesso anche sacerdoti.

Ribelle, ma pieno di UMILTÀ. Sempre. Scelse una vita francescana, riservandosi il minimo per sopravvivere. Una povertà senza fronzoli, che però serviva a renderlo libero. Persona umile e semplice, aveva la forza dello "stupore". Si stupiva di ogni realtà che lo circondava, di ogni piccolo progresso in quei ragazzi difficili che amava.

Fu circondato dal SILENZIO. Un silenzio fatto di isolamento. Fatto di maldicenze, di sentito dire. Di bugie e menzogne atte a screditarlo. Un silenzio fatto di chiasso, di confusione.

Puglisi è quindi assolutamente un uomo legato al BUONSENSO: dovevamo parlarne in qualche modo.

Abbiamo scelto allora di farne un libro. Non una biografia, ce ne sono diverse e molto buone. No, volevamo creare qualcosa di diverso, che lo legasse in maniera evidente a quelle buone pratiche che cerchiamo di festeggiare ogni anno da undici anni.

Volevamo esplorare la vita, tutta la vita di padre Pino Puglisi, attraverso la lente del buonsenso. Abbiamo pensato allora ad un manuale, un dizionario. Abbiamo scelto nove voci , tra tante possibili, nove sentieri percorsi attraverso la vita e le azioni di questo grande sacerdote.

Nove tragitti ispirati al buonsenso: accoglienza, dialogo, educazione, legalità, normalità, impegno, ribellione, umiltà, silenzio. Nove frammenti che ricomposti creano comunque un ritratto abbastanza fedele, speriamo, di Pino Puglisi.

Sono le  nostre proposte. Ce ne potrebbero essere anche altre. Sono suggerimenti, non dogmi. Sono destinate a tutti, laici e credenti, perché don Pino piaceva a tutte le persone oneste di qualsiasi fede o credo politico.

Abbiamo ritratto un uomo. Uno come noi. Perché un santo o un eroe sono difficili da imitare, sono troppo lontani. Puglisi no, aveva scelto di stare vicino agli uomini e ci vuole restare. Era concreto, sapeva che le nostre azioni forse non possono cambiare il mondo in cui viviamo, ma possono lasciare un SEGNO. Un esempio che sia di stimolo per chi ci seguirà. Questo vorremmo da questo manuale.

Questo amava dire Padre Puglisi «Non può trasformare l'ambiente, questo non ce lo possiamo permettere neppure come illusione. E' soltanto un segno per cercare di muovere l'ambiente, per cercare di dare un modello di comportamento, per spingere le autorità a fare il loro dovere, perché tutti a poco a poco si sentano coinvolti. Non per risolvere i problemi di Brancaccio. No, è solo per dire: dato che qui non c'è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche per dimostrare che si può fare qualcosa. Se ognuno di noi fa qualcosa, allora si può fare molto».

 

Mauro Rocchegiani

_IMG_0288Mauro Rocchegiani è dottore in Lettere Moderne con un master  in "Comunicazione e valorizzazione del patrimonio letterario, documentario e vocale".

È Giornalista Pubblicista iscritto all'Ordine Nazionale. Ha collaborato con testate e periodici come Il Resto del Carlino, La Prima delle Marche, Le Marche della Musica e il CentroNord de Il Sole 24 ore. Attualmente si occupa di uffici stampa, comunicazione e redazione testi.

Collabora come Direttore Artistico con l'Associazione MonsanoCult dal 2006. Ha al suo attivo l'ideazione e scrittura di spettacoli, tra cui: “La giornata di Gregorio – Gli incontri” e “La Giornata di Gaspare – il Purgatorio dei Canti”, basati sul mito, la storia e la tradizione delle campagne monsanesi;  l'esperienza multimediale “Portare l’Acqua”, in collaborazione con l'Istituto Musicale Pergolesi di Ancona e l’Accademia di Belle Arti di Macerata e l'Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona.

Ha recitato in diverse compagnie, esibendosi in numerosi palcoscenici delle Marche. Come pianista, ha suonato come solista ed accompagnatore.

(Foto di Matteo Catani)