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Un po' di storia...Santa Maria di Monsano!

A costoro la Vergine chiese a Gregorio, a Gaspare e a Giordano che venisse eretta una cappella in suo onore nella località detta Dell’Olmo, per il monumentale albero che sorgeva allora in quel luogo. La Madonna stessa indicò le misure precise dell’opera, promettendo che ivi si sarebbero verificati prodigi e sarebbero state concesse grazie.

Così sta scritto su una pergamena del 1648 che riporta le riproduzione delle apparizioni, “Nel 1471 nel mese di febbraio la Vergine Maria Apparve in sogno a Gregorio et disseli che si dovesse levare e venire qui al olmo et venne et trovò la vergine Maria e S. Pietro S. Giacomo e S.Antonio. La Vergine Maria gli disse che dicesse al Prete che stava a Musiano che esortasse quelli massari che facessero qui una chiesa nella quale saria grande devozione e così fece come si vede sopra”.

Non fu facile convincere i nostri compaesani di allora: i “massari” di Monsano, e lo stesso parroco, impiegarono tempo a vincere la loro diffidenza, per questo Maria tornò più volte, da persone diverse tra loro, lusingando, insistendo.

gli20aroli.gifIn un’altra pergamena, quella dell’apparizione al pastorello, avvenuta il 1 marzo 1471 la Vergine chiese di nuovo la costruzione della Chiesa, aggiungendo un chiaro “guai a voi se non credete”, puntualizzando di non aver gradito la sfiducia riservata a Gregorio, latore del primo messaggio, e mostrando al povero fanciullo un chiaro disegno della costruzione da lei voluta.

Otto giorni dopo, ovvero l’8 di marzo dello stesso anno, Maria svegliò il rettore della Chiesa degli Aroli, che dormiva nell’orto, forse a causa del caldo di quei mesi. Lo chiamò e gli apparve sopra l’altare:  dalle minacce si passò alle lusinghe e al religioso, Maria promise infatti che “molti miracoli” sarebbero avvenuti nel futuro santuario.

Alla fine i cuori dei monsanesi si aprirono e il 12 marzo, Festa di San Gregorio, patrono di Monsano, il popolo del castello si mosse in processione per dare inizio alla costruzione di una piccola cappellina di metri 6 per 4, che, vuole la leggenda, fu ultimata in un “solo” giorno. La popolazione festosa ed orante, compatta si recò nel luogo voluto dalla Madre di Gesù. Il miracolo era giunto al suo compimento: la Madonna non aveva fatto distinzioni, si era rivolta a tutti, passando dal possidente terriero Gregorio, chiamato a rappresentare il ceto ricco di Monsano, attraverso il giovane pastorello Gaspare, povero ed innocente, sino all’ordine sacerdotale rappresentato da Fra Giordano.

Nel frattempo vi furono, purtroppo, scontri a livello politico sul possesso della cappellina da parte di Jesi e di ancona, sempre in lotta tra loro. Naturalmente anche i cittadini di Monsano, i veri artefici della costruzione della chiesetta, non mancarono di far sentire la loro voce, rivendicando i loro diritti. Per fortuna, in tempo relativamente breve, fu trovato un accordo che impedì che la pace in un luogo così sacro venisse turbata troppo a lungo.

Fu Andrea di Bartolo nel 1472 a dipingere l’affresco con l’immagine della Vergine e dei tre veggenti secondo le loro  dirette testimonianze. L’opera, pesantemente modificata nei secoli, è ritornata da pochi anni al suo antico splendore grazie ad un attento restauro voluto dal Parroco Don Savino e curata dalla professoressa Pappagallo.

np06madonnarestaurata-di-mo.jpgLa chiesa in seguito venne quindi ampliata, perché l’iniziale costruzione non era più adatta a contenere il flusso dei fedeli giunti da più parti. Tanto fu infatti il fervore di devozione, tanta fu la fama delle apparizioni e dei prodigi che si sparse nei luoghi vicini e lontani, che già dopo pochi anni il vescovo Tommaso Ghislieri la volle più grande, realizzando un aula più grande, in modo che la chiesa più piccola ne divenisse la cappella principale. Fu aggiunto anche un  porticato sostenuto da più archi, che furono affrescati da Andrea di Bartolo con le scene delle apparizioni. Purtroppo di questi ultimi non restano che le riproduzioni ad opera di un anonimo pittore, per via del disfacimento a causa dell’umidità e del tempo.

Accanto al santuario  venne costruita una piccola abitazione per il Rettore del Santuario: giuridicamente il santuario aveva il Vescovo come rettore, delegando un sacerdote a svolgere il servizio religioso con contratto triennale.

Il 15 agosto 1488, vista la devozione e l’afflusso sempre crescente di fedeli, il Vescovo Ghislieri consacrò il santuario solennemente: quel giorno rimane ancora oggi la principale Festa del Santuario.

Passarono i secoli, e nel 1726, quando il Vescovo Fonseca giunse per la sua visita Pastorale, trovò l’immagine della Vergine di Bartolo ormai pesantemente ricoperta da una ricca veste di seta con fili d’oro e gemme preziose, circondata da una ricca cornice di legno dorato sostenuta da due angeli scolpiti. Il portico era stato abbattuto nel 1648 e gli affreschi, diligentemente miniati su pergamena, sono oggi esposti nel Museo diocesano di Jesi.

La chiesa fu oggetto di cure costanti nel corso di tutto il settecento e l’ottocento: vennero rinnovati gli altari laterali con i quadri di Matteo Pannaria, realizzati tra il 1746 e il 1764 e raffiguranti la Deposizione di Gesù dalla Croce e la Madonna e Bambino tra San Domenico e San Giovanni Nepomuceno. Sempre in questo secolo l'interno venne arricchito con otto tele ovali di Domenico Valeri (1736), incorniciate da pregevoli stucchi, e quattro tele ovali, di autore anonimo, sul tema delle apparizioni, circondate da originali cornici lapidee e accompagnate da effigi che narrano anch'esse la storia delle apparizioni. Nel 1790 venne ricostruito l’altare principale ed il fonte battesimale, tre anni dopo si provvide a ricoprire di marmi preziosi la sacra cappella. Mancava solo la facciata della Chiesa, a cui si mise mano nel 1869, dopo la ricostruzione della casa parrocchiale. L'organo, del 1871, è di Odoardo Ciccolani. La volta dell'ambiente antistante il sacello è a crociera, decorata con affresco centrale raffigurante l'assunzione della Vergine.

Nel 4° centenario della apparizioni miracolose, nel 1871, l’immagine della vergine venne solennemente incoronata.

A cura di Mauro Rocchegiani, fonte: "Monsano tra storia ed arte", a cura di Rosalia Bigliardi, Loretta Mozzoni, Stefano Santini, Costantino Urieli; nonché ì'immancabile prezioso aiuto della memoria storica degli Aroli, il carissimo Giacomo Albanesi, che ringraziamo con immensa stima per l'aiuto che ci concede in ogni occasione.